Nulla senza colpa

Critica

Nulla senza colpa

“Nulla senza colpa”


La produzione di Giovanni Scagnoli affonda le radici in diversi ambiti artistici: dalla pittura, alla scultura fino all’installazione. Si tratta di una produzione mutevole, che si fonda su un ideale di continuo cambiamento. Francesco Bonami, parlando del significato dell’arte contemporanea nel suo libro “Lo potevo fare anch’io” scrive che trascurare la contemporaneità vuol dire rischiare di fare un buco nell’ozono della propria anima.
L’opera di Scagnoli può essere interpretata come il centro di una galassia, non con i toni cupi che caratterizzano le fotografie della volta celeste, ma con quelli dell’estetica paradisiaca. Come la terra ruota attorno al sole, il sistema solare a sua volta gira attorno al centro della galassia. Non sapendo cosa si trovi al centro di essa, si presuppone che lì vi sia un buco nero, un oggetto così denso a fronte del quale anche la luce soccombe.


Come una galassia che gravita attorno al proprio centro, al buco nero, Scagnoli rappresenta delle forme circolari che ricordano gli ammassi di stelle disposti in maniera ordinaria. I cerchi concentrici dell’opera evocano appunto una galassia a spirale. Questi sono ottenuti tramite un’infinità di microscopici elementi grafici che si sovrappongono, si intrecciano come delle matasse disordinate di fili. I colori sono tenui e delicati, facendosi man mano più scuri nell’avvicinarsi al centro della composizione.
La superficie di fondo è caratterizzata da un colore neutro omogeneo che a sua volta ricorda “non-colore” derivato dall’assenza stessa di luce tipico delle vedute dell’Universo.


Giocando con forme, luci e colori Scagnoli crea un atmosfera eterea e di pura bellezza; la sua produzione è infatti sempre stata tesa alla rappresentazione dell’anima come forza primaria: studiare l’ambiente per l’artista equivale a studiare il proprio sé. L’uomo infatti si trova presente in un mondo incerto e instabile, cerca quindi di trovare la sua collocazione e il suo scopo studiando la natura che lo circonda. Sentendosi sempre un nulla in confronto all’infinito e un tutto in confronto al nulla, è riuscito a riscattare se stesso trovando all’interno del proprio essere il suo valore. È tuttavia sempre presente la consapevolezza d’essere tra lo stato di Dio e quello di bestia, da qui la necessità di trovare nella fede un ausilio della ragione umana.
Il titolo dell’opera e riprende la locuzione latina del principio di consapevolezza: ”Nullum crimen, nulla poena sine culpa” (alla lettera “Nessun reato, nessuna pena senza colpa”). Si tratta dell’analisi dell’adeguatezza dell’uomo con il suo essere, nei confronti del dovere e del ricordo. Ogni azione successa nel passato ha concorso alla formazione del presente: tutti si è colpevoli, ma allo stesso tempo non lo è nessuno veramente. Scagnoli con Nulla senza colpa pone il fruitore di fronte al fatto che spesso ci si focalizzi eccessivamente su un unico aspetto della propria esistenza, tralasciando tutto ciò che sta attorno.
L’opera è costituita da un elemento centrale, le cui onde però si propagano in tutto il resto della superficie pittorica. L’artista spinge quindi a non concentrarsi solo su ciò che viene posto in evidenza, ma a sviluppare il proprio pensiero laterale prendendo in analisi ciò che è più celato e marginale. Per concludere con le parole dell’artista: “la mia produzione è un rincorrere l’anima, presente in ogni momento, questa è la forza primaria che ispira il mio lavoro”.